Blog - Biomasse legnose: il futuro verde del riscaldamento domestico
Biomasse legnose: il futuro verde del riscaldamento domestico
4 Mar 2024
Nel dibattito sull’ambiente e sulla qualità dell’aria, portato al centro dell’attenzione dagli impressionanti livelli di particolato nelle città della Pianura Padana, la questione delle biomasse legnose, in particolare del pellet, è spesso oggetto di discussione.
Un recente articolo dell’Institute for the Environment (Università del Nord Carolina) ha sollevato interrogativi sul presunto impatto inquinante del pellet rispetto a fonti fossili come petrolio e carbone. Come sottolinea da Annalisa Paniz, Direttrice di AIEL – Associazione italiana energie agroforestali in questo articolo, pubblicato sul sito dell’AGEEI (Agenzia di stampa sull’Energia e le Infrastrutture), per dare un’informazione corretta è importante contestualizzare affermazioni che si riferiscono alla “peculiare situazione statunitense” alla realtà italiana ed europea, dove le modalità di produzione e utilizzo delle biomasse legnose sono radicalmente diverse, e al contesto del consumo casalingo e non industriale.
A questo punto pensiamo sia meglio fare chiarezza sul tipo di emissioni prodotte dai generatori a biomassa per il riscaldamento domestico e sul loro impatto sul nostro pianeta.
Quali emissioni produce la combustione di biomassa legnosa?
Una distinzione importante va fatta tra le emissioni di CO2, anidride carbonica responsabile del global warming, e le polveri sottili o particolato atmosferico, che è il pulviscolo molto fine (PM10 o PM 2,5) che può comprendere sostanze nocive per la salute.
Anidride carbonica
La combustione della biomassa legnosa (come pellet e legna da ardere) produce la stessa quantità di CO2 che la pianta ha precedentemente assorbito nel suo ciclo di vita, in un equilibrio che viene definito carbon neutral. Al contrario, se si utilizzano fonti fossili per produrre la stessa energia termica, si immette in atmosfera un quantitativo di anidride carbonica che, senza l’opera dell’uomo, resterebbe immagazzinata nel terreno, dove si trova da milioni di anni.
Come riportato nell’articolo di AGEEI, “uno studio LCA (analisi del ciclo di vita), condotto dall’Università di Stoccarda che ha riguardato diversi combustibili, sia fossili sia legnosi, utilizzati per il riscaldamento emerge che, a parità di energia termica prodotta, l’uso di biomasse legnose consente di ridurre le emissioni di CO2 tra l’89% e il 94% rispetto ai combustibili fossili tradizionali”.
Polveri sottili
Per quanto riguarda invece la produzione di particolato, dovuta al riscaldamento a biomassa, è fondamentale distinguere tra gli impianti moderni ed efficienti e quelli obsoleti. Mentre i vecchi sistemi, che rappresentano ancora la stragrande maggioranza degli impianti installati, contribuiscono all’inquinamento dell’aria, le nuove soluzioni sono in grado di ridurre drasticamente le emissioni nocive, rendendole trascurabili. Nella Pianura Padana, una parte consistente (stimata nel 17% circa) del particolato presente in atmosfera è riconducibile alla combustione di biomassa, ma oltre l’80% di queste emissioni deriva da stufe e caminetti antiquati e non più a norma.
Nuove tecnologie e buone pratiche
Un’ottima notizia è che grazie agli incentivi per la diffusione di tecnologie più moderne ed efficienti, e alla diffusione delle buone pratiche di utilizzo dei sistemi di riscaldamento a biomassa, si assiste a un concreto miglioramento della qualità dell’aria: tra il 2010 e il 2022 si è verificata una diminuzione del 40% delle emissioni di particolato legate al riscaldamento non industriale e il margine di miglioramento (legato alle decine di migliaia di impianti obsoleti ancora in funzione) è altissimo.
Da sempre sosteniamo che il riscaldamento a biomassa legnosa non sia un’usanza da relegare al passato, ma una grande opportunità per il nostro futuro e quello del pianeta, a patto di stare al passo con l’innovazione tecnologica e promuovere la rapida sostituzione dei vecchi impianti con soluzioni più efficienti ed ecocompatibili.
Cosa vuol dire sostituire i vecchi impianti?
Prendiamo il più classico esempio: il caminetto aperto. Si tratta di una delle più comuni e amate fonti di calore, luce, comfort e momenti speciali. Eppure, sappiamo che l’accensione di questo tipo di camini è assolutamente vietata in quanto altamente inquinante e poco efficiente.
Fortunatamente, non è necessario rinunciare all’amato focolare per rispettare le normative e non nuocere all’ambiente: è sufficiente dotare il caminetto di un inserto su misura, ovvero una camera di combustione hi-tech ad alta efficienza, che garantirà emissioni più pulite, più calore in casa (quindi minor utilizzo di fonti fossili con risparmio in bolletta) e maggiore sicurezza.
Anche caminetti e stufe moderne – ma obsolete, di bassa qualità, non installate o manutenute adeguatamente – possono essere responsabili di emissioni poco pulite e sprechi energetici.
Per una consulenza sullo stato di salute e sulle emissioni del vostro impianto potete contattarci a info@prometeostufe.it
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